No happy hour

Odio il concetto di happy hour. Non sono mai stato interessato all'aperitivo o apericena. Per Wikipedia il significato è: "Happy hour è un'espressione di marketing anglosassone che indica un periodo nel quale un esercizio pubblico come un ristorante o un bar offre sconti sulle bevande alcoliche quali la birra, il vino e i cocktail".

Ma perché parlarne di una cosa che pare soggettiva e per di più in articoli di carattere economico? Proprio per questo! 

L'aperitivo sembra conveniente, ma perché mangiare due pezzettini di cose riscaldate e un'alcolico, in un orario predefinito, inscatolato come sardine e pure ingurgitando velocemente ed il più possibile?

Lo trovo poco salubre e anche la misura del tempo per avere lo sconto è aberrante. 

Ho la fortuna di poter scegliere quando e come uscire; essere irreggimentato anche nel divertimento proprio no.

Tutto organizzato, dal mattino alla sera in ufficio, pausa pasto veloce in coda e prendendo quello che c'è, poi la sera, dopo una noiosissima giornata c'è bisogno dello sfogo per cancellare la giornata poco piacevole.

Ecco che arriva il meritato apericena, ma solo per un'oretta. Non sia mai che ti diverti per davvero da farti la domanda: mi è sufficiente un'ora? Posso avere di più? Come?

Domande da persona che inizia a disobbedire al pacchetto vacanza all inclusive, che ti tiene in un solo luogo chiuso, quando fuori esiste il paradiso da esplorare.

Al concetto di happy hour, sostituisco il mio di "happy days", come il vecchio telefilm americano con Fonzie ed i Cunningham. Costruisco giorni felici, o almeno ci provo, delle briciole di tempo non me ne occupo e non me ne faccio nulla.

E tu, sei pronto per gli happy days?

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